due parole per domenica 9 maggio 2021 – VI domenica di Pasqua B

don Giovanni De Rosa:
Oggi dovremmo chiederci: può un amore essere condizionato? Oggi Gesù ci dice: “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore”. La condizione: è l’osservanza dei suoi comandamenti. Gesù ci insegna come esita un comando nell’amore che in maniera imperiosa ordina: ama Colui che ti ama! Oggi Gesù ci richiama all’esigenza di una legge dell’amore perché non ricadiamo nel “così è se vi pare”. La sfida della vita è sempre questa: riconoscere di avere bisogno di questo abbraccio d’amore. E lasciarci abbracciare. È essenziale riconoscere di aver bisogno di amare e di essere amati. Nel nostro pellegrinaggio terreno infatti, dietro tutte le nostre azioni e le nostre scelte, si nasconde il desiderio di trovare quell’abbraccio, quell’ambiente familiare e sicuro dove riposare. Allo stesso modo possiamo scoprire l’amore di Dio che è alla base di tutte queste esperienze. Se entriamo in contatto con questo amore la nostra vita diventerà un raggio di luce proiettato verso l’eternità e soprattutto verso chi ha più bisogno…

don Marco Zaina:
C’è un testo, che insieme a quelli che ne condividono la sua “origine”, dovremmo conoscere bene e apprezzare, che dice così: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Sembra di riascoltare le parole di Pietro (nella prima lettura di questa domenica): “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga”.
I termini usati evidentemente non sono gli stessi, anche perché il contesto è diverso. Ciò che li accomuna però è il riconoscere che tutti sono uguali davanti a “quel qualcosa” o “quel Qualcuno”, senza distinzioni, a qualunque nazione appartengano.
Effettivamente Dio ama ogni uomo, vuol bene a tutti e ha invitato tutti a volersi bene, come Lui stesso ci ha voluto e ci vuole bene: indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione, dalle opinioni politiche, dalle condizioni personali e sociali. Dio accoglie chi lo teme e pratica la giustizia; che significa che approva e apprezza chi vive secondo i suoi insegnamenti; nello stesso tempo però si prende cura anche di quelli che non lo fanno, perché tutti sono uguali davanti alla legge, che insegna a ciascuno come vivere per garantire una vita bella e dignitosa a tutti.
Se poi consideriamo che la legge di Dio è l’invito ad “amare come Gesù ci ha insegnato”, possiamo intuire facilmente cosa siamo chiamati a fare.
Ultima considerazione: il testo citato nelle prime righe, è la prima parte dell’articolo 3 della costituzione della Repubblica Italiana, datata 1947 (val la pena leggere anche la seconda parte di questo articolo); il comandamento dell’amore di Gesù è datato molto prima.
Dio sa guardare molto più avanti dell’uomo, e in modo molto semplice ha proposto quanto oggi viene raccolto in tanti codici. Leggiamo pure anche la seconda parte dell’articolo 3 della Costituzione e ancor meglio leggiamo tutta la Costituzione; ma leggiamo con attenzione anche quanto il Buon Dio ci ha detto e ci ha lasciato scritto nella Bibbia.

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