due parole per domenica 18 luglio 2021 – XVI del tempo ordinario B

don Marco Zaina:
Già dalle prime righe della prima lettura di questa domenica, il pensiero corre (e molto in fretta!!!) alla grande responsabilità che il Signore ha dato ai pastori d’anime, a coloro che Egli stesso ha posto a guida del popolo di Dio. Il loro ministero sia nel nome dell’unità, della comunione. E là dove non fossero fedeli a questa vocazione, ci penserà il Signore Dio a radunare il gregge, da tutti i luoghi dove era stato disperso.
Ecco allora che Dio si propone come Buon Pastore, come guida che ama il suo gregge e se ne prende cura sempre, anche nei contesti più difficili.
Ai suoi, che vivono la vocazione ricevuta, con entusiasmo, con dedizione, con impegno, il Signore offre un momento di ristoro, di riposo, anche se sa che di loro c’è tanto bisogno e non potranno “fermarsi” troppo.
Le immagini che le letture di questa domenica ci offrono sono eloquenti.
Penso dunque ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, che con le loro fragilità, i loro limiti, ma anche con il loro entusiasmo, la loro fede, si dedicano alla comunità, alle persone, con lo stile del buon pastore.
Penso anche a chi comunque è chiamato a costruire comunione, a radunare e non a disperdere. E quindi, oltre ai sacerdoti penso a chi è chiamato alla guida di comunità, piccole o grandi che siano: chi governa, chi allena, gli imprenditori, i capi ufficio, i catechisti, gli educatori, i genitori, i capi squadra, gli insegnanti, i dirigenti,….
Il Buon Pastore li aiuti ad essere un sicuro riferimento per le persone loro affidate, e sappiano trovare quel momento di calma, per fermarsi e trovare ristoro, insieme a Colui che trova sempre infiniti modi per essere accanto a chi costruisce comunione, pace, vita.

don Giovanni De Rosa:
Quanto è consolante la compassione di Gesù! Essa è a 360° e si estende su chiunque egli possa raggiungere con il suo sguardo. Innanzitutto, sono oggetto della sua compassione gli apostoli che significativamente si ritrovano “intorno a lui” desiderosi di condividere il racconto della loro missione. Ma Gesù, il Maestro, li spiazza: piuttosto che ricevere/ascoltare il rendiconto della loro attività li invita a riposare. Perché per Lui noi siamo sempre destinatari delle sue attenzioni, della sua tenerezza, della sua amorevolezza. Oggi Gesù ci vuole far comprendere che c’è bisogno per tutti i discepoli missionari di stare in un luogo appartato, per trovare il tempo di un momento conviviale con colui che è Pane e Parola di Vita eterna. Solo così si impara da lui ad essere pastori con addosso l’odore delle pecore capaci di stare in mezzo, davanti e dietro il gregge che Lui ci ha affidato.

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