don Giovanni De Rosa:
Essere stati sfamati non basta! C’è bisogno ancora di risposte. Risposte che non soddisfino solo la ragione (Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe?), ma che facciano mettere in moto il cuore. “Io sono il pane disceso dal cielo”: così Gesù si è definito! Una risposta che dice concretezza e movimento. Il pane, attraverso il suo essere tenero e umile (solo acqua e farina), ci dice ciò che basta all’uomo, l’essenziale. Un pane in movimento, che discende dal cielo per vivere come dono accanto agli uomini, nella vita di ciascuno di noi. Un pane che sa di eternità! Gesù che si presenta come pane che cambia il modo di pensare Dio e l’uomo. Un Dio tenero e capace di sfamare; un Dio “fragile”, che non ha paura di andare incontro all’uomo e di spezzarsi pur di farsi nutrimento per l’uomo. Un pane vivo che continua a vivere, nonostante il suo “spezzarsi” e il suo essere mangiato. “Vivo”, perché, spezzandosi, sfama e mantiene in vita. E’ proprio lo spezzarsi la sua peculiarità. Un pane intatto non avrebbe senso: per essere gustato e mangiato bisogna spezzarlo. Nutrendoci di Dio facciamo esperienza di eternità. Come Dio anche noi siamo chiamati a essere pane spezzato per gli altri.
don Marco Zaina:
“Il profeta Elia di fronte alle difficoltà, alla fatica, alla violenza che lo sta minacciando, è stanco, non ce la fa più, ha paura. Chiede al Signore di poter morire. Ma il Signore lo conforta e lo incoraggia. Lo fa mangiare e gli chiede di riprendere il cammino per portare a compimento la sua opera”.
Questa la sintesi della prima lettura di questa domenica, che si lega al vangelo e ai brani ascoltati nelle precedenti domeniche seguendo il filo conduttore del pane e del nutrimento che Dio provvede per l’uomo, specialmente per chi crede. Per ben comprendere la storia di Elia, val la pena andare a leggere almeno i capitoli 17, 18 e 19 del primo libro dei Re. Solo poche righe per sintetizzarli:
Elia si trova da solo ad aver a che fare con il re Acab, che aveva fatto ciò che è male agli occhi del Signore adorando altri dei e portando il popolo a fare altrettanto. Il sacrificio del Carmelo, dove la mano potente di Dio sconfigge gli idoli, provoca l’ira di Gezabele, moglie di Acab, che promette di uccidere Elia. Questi fugge, stanco, solo e timoroso per la propria vita. Ma il Signore lo sostiene.
Leggiamo questi capitoli: sono molto belli. Ci aiutano a comprendere che anche noi, quando siamo stanchi, confusi, abbattuti dalle difficoltà e talvolta anche dalle minacce, possiamo trovare in Dio la forza di riprendere il cammino e di vivere per quel Regno di Dio che Gesù ci ha fatto conoscere e pregustare:
Regno di amore, giustizia, pace, verità, disponibilità, servizio, generosità, umiltà, accoglienza, perdono, libertà, gioia, speranza, semplicità, altruismo, vita.
E il nostro nutrimento sia quella Parola che Dio ci offre quotidianamente, quel Pane quotidiano che è Gesù, Parola Vivente di Dio per noi.