A proposito della bestemmia e della frase oscena apparse nella vetrina di un negozio di Monfalcone

1. Noi tutti che abitiamo a Monfalcone siamo chiamati a vivere da fratelli, a convivere nel modo più sereno e rispettoso possibile. Speriamo che tutti lo facciano per amore del prossimo o almeno nella consapevolezza che nessuno ha interesse di vivere in un clima di diffidenza, di tensione o, peggio, di ostilità.

2. Chi ha fatto questo gesto e perché, per ora non lo sappiamo: è interesse di tutti che la verità sia scoperta: saranno le Forze dell’Ordine (nel cui operato nutriamo massima fiducia) a individuare i responsabili. Sia che si tratti di uno scherzo di pessimo gusto che di un atto compiuto per creare divisioni fra chi vive a Monfalcone,  è giusto che chi ne è responsabile  comprenda  la gravità di quanto fatto e ne paghi le conseguenze previste dalla legge.

3. La bestemmia, male per tutti, è un peccato sia per i cristiani che per gli islamici, per i quali chi è blasfemo non è più un musulmano.

4. I cristiani e i musulmani sono feriti insieme da questo gesto e lo testimoniano  le dimostrazioni di solidarietà verso i cattolici di Monfalcone giunte da diversi musulmani e da responsabili della loro comunità, dimostrazioni di solidarietà che ho molto apprezzato. Nell’incontro il titolare del negozio, che è un portavoce della comunità islamica di Monfalcone, ha espresso tutto il suo rammarico per questa vicenda che condanna con decisione e di cui si sente vittima.

5. Riflettiamo su questo fatto evitando ogni minimizzazione o banalizzazione, ma soprattutto come un’occasione per ribadire alcuni valori fondamentali: il rispetto reciproco, l’accettazione delle regole, la convivenza pacifica. Se questi valori vengono vissuti dagli adulti e anche i giovani vengono educati in questo, la nostra vita comune sarà molto probabilmente migliore.

don Flavio Zanetti, parroco

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