don Marco Zaina:
Alla domanda: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”, Gesù risponde citando le parole di Mosè al popolo d’Israele; parole che possiamo trovare nel brano del Deuteronomio che la prima lettura ci propone: “Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze”.
Questo brano del Deuteronomio andrebbe letto lentamente, parola dopo parola, per apprezzarne la solennità. Non è la citazione di un catechismo ma sembra essere il pensiero di chi custodisce il Segreto della Vita e ne rende partecipe qualcun altro. Si parla di lunga vita, di gioia, di comunità: frutti di un amare Dio, che si traduce nel fidarsi di Lui per la vita di ogni giorno.
don Giovanni De Rosa:
“Amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi” diciamolo non è più soltanto una nuova sintesi morale, il comandamento più importante o il principio etico di grado superiore, ma è la nuova possibilità offerta all’uomo qui e ora nell’incontro con Colui che rende visibile e accessibile l’amore di Dio. In Gesù amare Dio e il prossimo è un dono, è il dinamismo che si sviluppa in chi si apre alla fede e vive il fecondo dialogo della reciprocità con Dio, con i fratelli, con il creato. Il Regno di Dio si rivela nell’espressione dei due amori: amore verso Dio e amore verso il prossimo. Perché se Dio è Padre/Madre, noi siamo fratelli e sorelle, chiamati a dare concretezza a questa reciprocità dell’amore nel vissuto ordinario della comunità ecclesiale e sociale. Infatti come dice spesso Papa Francesco non si giunge realmente a Dio senza darsi totalmente al prossimo senza radicare l’amore nella sua fonte originaria: la vita Trinitaria. Perché tutti siamo chiamati ad amare il prossimo come Gesù ha amato noi: nella conformazione a questo amore si matura lo stile per una convivenza più giusta e fraterna e si delinea la speranza di una umanità realizzata.