don Marco Zaina:
La vedova di Sarepta che, in tempo di carestia, utilizza ciò che le è rimasto per vivere ancora pochi giorni, per preparare un pane al profeta Elia.
La vedova povera che porta la sua offerta al tempio: due spiccioli, tutto ciò che aveva per vivere.
Sono due esempi che la liturgia della parola di questa domenica ci presenta.
Due donne che consapevoli della loro situazione si fidano di Dio, confidano in Lui e a Lui si affidano. Della prima ci viene raccontato che l’olio e la farina non mancarono più, fino al termine della carestia.
Della seconda non si danno altre notizie, se non che Gesù sottolinea il fatto che mentre gli altri danno il superfluo, quel che è il di più, lei aveva rinunciato a tutto ciò che aveva per vivere.
Due esempi di donne forti, che attingono la loro forza dalla Fede in quel Dio che non viene meno alle sue promesse, a quel Dio che si prende cura di chiunque ha fede, anche se un briciolo soltanto.
don Giovanni De Rosa:
Siamo a Gerusalemme; ora siamo chiamati a seguire Gesù nel prendere la croce. Oggi ci insegna a vedere, l’oltre l’evidenza, il valore del gesto della vedova: non ha nulla, ma vive “condivisione” e “solidarietà”. Infatti abbiamo due situazioni oggi distinte e lontane nel loro significato: la disputa con le autorità religiose; il gesto, generoso e semplice, della vedova povera che dona tutto ciò che possiede, non il superfluo, o quello che ha di più. In realtà queste due situazioni svelano ciò che deve essere la condizione del discepolato: abbandonare uno stile di vita fondato sulle proprie sicurezze, che non esprimono un’adesione coerente e sincera, e scegliere di seguire in modo incondizionato. Questa donna è per Gesù segno dell’amore che sa rinunciare anche al suo necessario. Solo un amore di questo tipo permette di accogliere anche le prove estreme che il discepolato richiede. Per seguire Gesù è necessario essere in cammino con lui quotidianamente cuore a cuore, e alle volte fare anche scelte che costano anche rinunce e sofferenza. Questa non è altro che la libertà interiore, il sentirsi bene con se stessi per mezzo dell’affidamento a Dio, è lui che ci genera amore e sincera disponibilità verso gli altri…