don Giovanni De Rosa:
Eccoci alla Festa della Madonna della Salute che quest’anno coincide anche con la Solennità di Cristo Re dell’Universo. Penso che sia molto bello per noi festeggiarli assieme. Madre e Figlio in un’unica festa e che festa. Il nostro pensiero il nostro sguardo oggi si volge alla statua della Madonna della Salute. Sì perché la nostra guarigione comincia, inizia proprio dallo sguardo. Sì guardiamo la statua, la Vergine e capiamo che grazie a Lei cominciamo a percepire l’amicizia di Dio per noi uomini e donne: “Dio ha tanto amato il mondo da donarci suo Figlio”. E nella festa di oggi sappiamo che il trono di Gesù è la croce. E la Vergine Maria è anche lei segnata dalla croce. Ella infatti è associata alla croce di Gesù, e sotto la croce di Suo Figlio Lei è diventata Madre della Chiesa. E diciamocelo quante preghiere, quanti pianti, quante sofferenze ha ascoltato, accolto in tutte queste epoche. Fino ai giorni nostri…Ma lei come una madre Lei non ci dona una vaga consolazione, ma compie quel gesto che ogni uomo di fede si aspetta, quello promesso nell’Apocalisse quando vengono annunciati cieli nuovi e terra nuova: «Egli asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». Madonna della Salute, prega e intercedi per noi, presso tuo figlio.
don Marco Zaina:
Due parole….forse non tanto corrette teologicamente….
C’era una volta un Re. E anche una Regina. Ma non abitavano in un castello. Quel Re e quella Regina sembrava non avessero fissa dimora. Il Re era sempre in viaggio con i suoi ministri. Cercava di incontrare gli abitanti del suo regno. Per tutti aveva una buona parola. Talvolta era un po’ severo, ma sempre giusto, sincero.
La Regina era una donna semplice e aveva scelto una vita altrettanto semplice. Ogni tanto seguiva il Re, mescolandosi tra la gente. Ma non per sentire cosa la gente diceva del re: se lo apprezzava o lo criticava.
Cercava piuttosto di aiutare le persone a capire ciò che quel Re diceva quando parlava loro, specialmente quando presentava le leggi che aveva in mente per il suo Regno. Era gente che non aveva studiato, che viveva alla giornata, che tante volte non sapeva né leggere né scrivere. E tante volte accadeva che chi ascoltava il Re, dopo aver cercato di comprendere ciò che diceva, specialmente quando si trattava di cose che chiedevano impegno e fatica, veniva aiutato dalla Regina a comprendere meglio e allora il suo cuore si riempiva di gioia.
Non sempre però quel Re era ben accolto. Alcuni lo criticavano, anche apertamente. A nulla valevano le parole semplici della Regina, che quando poteva cercava di aiutarli a capire. Spesso si trattava di persone chiuse nel loro mondo fatto di inganno, di soprusi, di ingiustizia, di cattiveria.
Eppure le cose che il Re diceva erano belle, giuste e chi le ascoltava ne rimaneva entusiasta. Perché quel Re aveva in mente una legge molto semplice e speciale, che si riassumeva in quattro parole: dona, servi, prega e ama.
La Regina a chi non capiva diceva solo: “Fai come me; fidati di lui. Fa quello che ti dirà”.
E così questa storia è andata avanti fino ai nostri giorni; e continuerà nel tempo perché tutti possano vivere felici e contenti.