don Marco Zaina:
Il vangelo con il racconto dei Magi, che vengono da lontano per adorare il Re che è nato, sintetizza le due letture e il salmo che lo precedono.
Nella prima lettura (Isaia) sembra che qualcuno si rivolga proprio a Gesù, vedendo in Lui quella luce che illuminerà il cammino delle genti, a cui tutti verranno rendendo gloria a Dio.
Nel salmo si ribadisce l’adorazione delle genti per questo Re che regnerà sulla terra portando il diritto, la pace, la salvezza.
San Paolo, nel brano della lettera agli Efesini, propone il mistero che gli è stato rivelato: “Che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del vangelo”. In altre parole: Dio si è fatto uomo per incontrare tutti e perché tutti lo possano incontrare. E l’incontro di ognuno con Lui diventa gioia che si somma a quella dell’altro, gioia che unisce le persone. Se facciamo fatica a capire, basti un’immagine: quando una guerra finisce e ne viene dato l’annuncio ufficiale, tutti scendono in strada, gioiscono, si abbracciano e non si va a scegliere chi abbracciare, con chi condividere quella felicità, si è tutti felici per la fine di un dramma.
La felicità che si dona e si riceve è per qualcuno. La Felicità che viene da Dio è per tutti, indistintamente.
Ma dove la possiamo trovare questa Felicità che è per tutti? I pastori hanno avuto indicazioni dagli angeli; i Magi hanno seguito una stella. E noi? Quali percorsi intraprendiamo per trovare questa Felicità? Dobbiamo evitare il grande rischio di cedere alla pigrizia e digitare sul navigatore satellitare la parola Felicità, sperando che ci guidi al posto giusto. Troveremmo solo la risposta: “Località sconosciuta; fa una ricerca più precisa”. E incapaci di precisare meglio ci accontenteremmo di quel che abbiamo.
Per cominciare potremmo leggere un po’ di più…………………..la Parola di Dio.
don Giovanni De Rosa:
Il periodo di Natale lo sappiamo è anche tempo di doni. Ma di quali? Maria per iniziare è il dono degli uomini a Cristo, il che stà a dirci: Dall’uomo Dio non vuole qualcosa, ma vuole lui stesso; Dio non vuole da noi percentuali, ma bensì il nostro cuore e il nostro essere. E vuole la nostra fede, una vita animata dalla fede. Dio poi si fa dono a noi in forma di Bambino e soprattutto poi in Eucarestia pane quotidiano. E per comprendere questo mistero, questo dono dobbiamo riempirci di silenzio. Il silenzio è lo spazio di questo Bambino. Il silenzio è lo spazio della nascita di Dio. Il silenzio è lo spazio della venuta dei pastori e dei Magi. E chiediamoci che cosa dobbiamo offrirti, o Cristo? Noi sicuramente ti offriamo sicuramente troppo poco. Cerchiamo almeno oggi di offrirgli la fede e noi stessi con tutto il cuore. Signore, ma tu aiuta la mia incredulità! E in questo giorno non dimentichiamoci i molti per i quali egli soffre sulla terra.