don Marco Zaina:
Talvolta, quando si tratta di far capire a qualcuno che è meglio non aver a che fare con una certa persona (o una cosa), capita di sentir pronunciare questa frase: “Se la conosci, la eviti”.
Nel caso di Gesù bisognerebbe dire proprio l’esatto opposto: “Se lo conosci, non lo mollerai più”.
Ai due discepoli di Emmaus Gesù “spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui”.
Poco dopo, presentandosi ai discepoli che stavano ascoltando il racconto dei due di Emmaus, Gesù ancora “aprì loro la mente per comprendere le Scritture”.
Conoscere Gesù non corrisponde ad incontrarlo per strada e salutarlo educatamente con una stretta di mano, magari scambiando anche due parole (non di più però, perché siamo sempre di fretta e abbiamo tante altre cose da fare; sarà per un’altra volta).
Conoscere Gesù significa avere inizialmente l’umiltà, seguita poi dalla gioia, di mettersi lì ad ascoltarlo, e comprendere che Gesù parla di sé ma anche di te, di me, di ciascuno di noi.
Gesù non vuole raccontare una storia o fare una conferenza ad un’assemblea. Ce ne rendiamo conto quando ci mettiamo ad ascoltarlo con la stessa attenzione con cui da bambini si ascoltava il nonno quando raccontava una fiaba con il principe, i draghi, i folletti: eravamo presi dall’emozione, ci sembrava quasi di essere dentro la fiaba. Solo che Gesù non parla di principi, di draghi e di folletti: parla di sé e di te. E se lo conosci così, capisci che non è una fiaba e ….. non lo molli più.
don Giovanni De Rosa:
Mentre i discepoli di Emmaus annunciano con gioia agli Undici la meraviglia di cui essi sono stati testimoni, i discepoli sono ancora bloccati dai tanti dubbi e dallo stupore. Quante domande, quante perplessità, quanta paura. Gli undici riuniti parlano quasi con paura si sentono confusi non sanno cosa pensare credere, e restano fermi, bloccati sotto il peso del dubbio. Ed è proprio in questo clima che accade la meraviglia: il Risorto si rende presente, vivo in mezzo a loro, donando la sua pace, ed essi si spaventano perché non credono. E allora Gesù li invita a toccare il suo corpo e per dissipare ogni ragionevole dubbio chiede di poter mangiare. In questo banchetto gli Undici sono così invitati a rialzarsi dalla loro condizione di immobilità e a rileggere la Scrittura alla luce della meraviglia operata dal Dio della vita: Cristo è il Risorto, il Vivente. Essi vengono invitati ad andare lungo le strade degli uomini, per essere testimoni dell’amore di Dio, per essere uomini di fede in cammino, portatori di Pace.
Ma tutto questo cammino che hanno fatto gli Undici oggi è chiesto di farlo anche noi, anche noi siamo chiusi nelle nostre case, siamo usciti per venire al banchetto Eucaristico e poi ci è chiesto di essere testimoni lungo le strade del nostro quotidiano…