don Marco Zaina:
“Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”
Così dissero molti discepoli che seguivano Gesù. Ad essere sinceri, se fossimo stati anche noi tra loro, probabilmente avremmo detto la stessa cosa. Come si potevano capire le parole di Gesù: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo… se uno mangia di questo pane vivrà in eterno….. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda….”? In molti se ne andarono.
Oggi quelle parole di Gesù ci sono più chiare, grazie al Magistero della Chiesa, allo studio dei teologi, alla preghiera. Tuttavia potremmo ancora trovarci in difficoltà, non riuscendo a capire bene le cose e fare le nostre scelte. E forse allora si fa strada la tentazione di lasciar perdere, di non insistere, di andarcene altrove.
Ma val la pena fare una considerazione. Pensiamo a tutte quelle situazioni che fanno parte della vita quotidiana dove può capitare che di fronte alla fatica, alla carenza di risorse, alla consapevolezza dei propri limiti, siamo tentati di lasciar perdere tutto: non è forse vero che cerchiamo comunque di affrontare le cose? Questo naturalmente se ci teniamo, se siamo interessati, se abbiamo passione per quello che stiamo facendo. E allora spendiamo tempo per riprovare, ci applichiamo di più.
Alcuni esempi? Un atleta che per passione e sano orgoglio personale, ce la mette tutta per ottenere un risultato nella sua disciplina, e sa che dovrà mettersi a confronto con altri atleti che perseguono analoghi risultati. Quanto allenamento, quanti sacrifici, quante rinunce!
Oppure un ricercatore che in un laboratorio cerca di scoprire la cura per una malattia. Quante ore a studiare, a guardare nel microscopio, a fare esperimenti!
O ancora chi dopo un disastro naturale, una guerra,… si trova davanti alla ricostruzione, ad una nuova partenza. Quanto sacrificio, quante lacrime di sofferenza, quanta fatica!
Sono alcuni esempi, dove tante volte abbiamo visto persone che non hanno desistito, non si sono tirate indietro, non hanno abbandonato. Si sono fidate di qualcosa che sentivano dentro, di una voce che ha dato sostegno, che ha incoraggiato.
Perché allora non fermarci e riprendere in mano quelle parole, pur dure, di Gesù e cercare di capirle, lasciandoci guidare da quella voce che dal profondo del cuore ci suggerisce ciò che dovremmo fare, ciò che dovremmo dire? Dedichiamo un po’ di tempo in più alla parola di Dio, alla preghiera, e lasciamoci guidare dallo Spirito Santo.
don Giovanni De Rosa:
Notiamo come nonostante il miracolo della condivisione dei cinque pani e due pesci, i discepoli preferiscono continuare a nutrirsi di un cibo che perisce. Nonostante la promessa di Gesù di rimanere, i discepoli “non andavano più con lui”. Vanno via perché la “parola è dura”, difficile da ascoltare, da comprendere e ancor più da mettere in pratica. In questo un po’ tutti ci ritroviamo… quante volte quando un testo del Vangelo ci è ostico lo guardiamo e poi lo chiudiamo subito rimanendo sulle nostre idee, opinioni…. E poi diciamocelo è difficile comprendere un Dio che annuncia la sua morte, che testimonia la gratuità dell’amore, che perdona chi lo maltratta e lo mette in croce e soprattutto condivide la sua vita con l’uomo. Ci è più facile pensare al Dio dei grandi miracoli, a un Dio che sfama, a un Dio che ridona la vita, a un Dio che risplende di luce… E’ più facile credere in un Dio che non mi impegna, che mi faccia stare con i miei amici, anziché spezzarmi per gli altri e condividere ciò che ho, anche se ho poco. “Parola dura” che diventerà lo stile di vita di Gesù, il suo programma. Gesù non trattiene nulla per sé, dà possibilità a tutti: chiede a noi solo di fidarci.