Per chi avesse “partecipato” alla messa in streaming dal duomo di Sant’Ambrogio domenica 26 aprile o domenica 3 maggio, avrà sentito don Flavio salutare un gruppo di circa 60 ragazzi che stava facendo un “campo scuola” nella località di Ciliodomi.
Subito la curiosità ci porta a chiederci dove si trova questa località. E probabilmente qualcuno sarà andato in internet a vedere dove sta. In realtà questa località non esiste. E tutto sommato può essere abbastanza facile anche capire di casa si tratta. Specialmente se il nome lo abbiamo sotto gli occhi e lo possiamo leggere.
(Per chi ancora avesse qualche perplessità, si consiglia di ripetere più volte ad alta voce il nome di questa località, facendo ben attenzione a quel che si riesce a pronunciare)
Alla fine si tratta di una semplice iniziativa, proposta ai ragazzi delle scuole medie e delle superiori in questo tempo di quarantena, dove si voleva solo contribuire ad uno “stare assieme agli altri” -sfruttando la tecnologia a disposizione-, come ad un campo scuola, proponendo delle attività che aiutassero a rompere un po’ la monotonia, ad essere impegnati in qualcosa che non fosse solo lo studio a distanza, ad introdurre nella giornata qualcosa di nuovo.
Consapevoli del fatto che in questo periodo tutti i ragazzi sono impegnati con la scuola e che la didattica a distanza non è assolutamente una passeggiata, volutamente i contenuti del campo e le attività erano molto semplici.
Per i più curiosi, vediamo qualche dettaglio in più.
Tutto ruotava attorno ad una storia, ambientata nel nostro tempo, dove l’umanità si trova ad aver a che fare proprio col covid-19 (che fantasia eh?). Un centro di Ricerca viene contattato per trovare una soluzione. Il personale, si mette all’opera e, da una fase iniziale dove si cerca di capire di cosa si tratta, si arriva alla conclusione che non ci sono soluzioni se non il comprendere e mettere in pratica gli insegnamenti contenuti in un libro che si chiama Vangelo.
Il messaggio finale, per quanto banali e scontate possano essere la storia e le attività correlate, è che forse, anzi probabilmente, questo virus ha costretto l’uomo a ripensarsi, a ritrovare valori smarriti, a reinventare un modo di vivere, a pensare alla vita in un altro modo, all’insegna del “tutto non sarà come prima”.
C’è anche quel messaggio di speranza che ha ritmato questo tempo: “andrà tutto bene”. Ma bisogna far in modo che dopo il nuovo inizio, l’uomo non dimentichi tanto in fretta ciò che ha imparato.
Da tutto questo il titolo del campo: “Campo c.o.v.i.N.d.-2020 così vogliamo il Nostro domani”