due parole per domenica 6 dicembre 2020

don Giovanni De Rosa:
“Raddrizzate i suoi sentieri”. È l’unica cosa che ci viene chiesta oggi dal Vangelo. E raddrizzare un sentiero è un lavoro immane: la terra, i sassi da spostare sono così tanti da far tentennare anche i più volenterosi. E il sentiero deve essere deviato per chi deve poi percorrerlo. Per farlo bisogna rimboccarsi le maniche, prendere pala e piccone e mettersi a lavorare. Costerà fatica? Sì molta. È quello che dobbiamo fare nella nostra condotta, raddrizzare ciò che è storto. Ognuno di noi sa bene cosa nella propria vita ha bisogno di essere rettificato. Colui che passerà sul nostro sentiero lo merita! Egli ci perdona i nostri peccati. Ci dà nuove possibilità di migliorarci. Allora proviamo in questo Cammino di Avvento di lavorare su un aspetto di noi che irrita gli altri.

don Marco Zaina:
Essere messaggeri
Il messaggero è colui che porta un messaggio dal mittente al destinatario. Dio nel tempo ha inviato al suo popolo diversi messaggeri  con inviti, annunci, rimproveri, proposte…
Il messaggio più bello è stato Gesù, che ha cambiato la vita di molte persone.
Anche oggi Dio invia messaggi al suo popolo, all’umanità. Chi sono i suoi messaggeri?
I santi, il Papa, i Vescovi, i sacerdoti, i Diaconi, i catechisti, gli educatori,……. che hanno contribuito e contribuiscono a cambiare la vita di tante persone.   Ma come non pensare che anche tu, che stai leggendo, sei chiamato, sei chiamata a portare un messaggio di pace, di fratellanza, di solidarietà, di giustizia, di amicizia, di vita, di speranza che potrebbe cambiare e migliorare la vita di tante persone?

fra Roberto Benvenuto:
Se prima la 1a domenica di avvento ci ha parlato della notte del ritorno del padrone di casa, la seconda ci conduce nel deserto.
Notte e deserto sono simbolo della condizione esistenziale dell’uomo di ogni tempo. Oggi ci è chiesto di preparare la strada al Signore che viene nella nostra storia. Come possiamo fare questo? Siamo noi stessi, il nostro cuore, le nostre scelte di vita, le strade da preparare. Potremmo tradurre questa preparazione di noi stessi con “conversione”, il lasciarsi plasmare e rinnovare dalla buona notizia del Vangelo di Gesù. E il deserto, lontani da chiasso, cose, affastellamento di pensieri superficiali e inutili, diviene luogo privilegiato di conversione. Nel deserto è più facile udire la Parola del Signore, e, riandando all’evento essenziale del nostro battesimo, riscoprirlo e riscoprire cosa implica essere cristiani, qui ed oggi. 

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