don Giovanni De Rosa:
Il Vangelo di Marco, in questo racconto molto breve, descrive l’esperienza della tentazione di Gesù. Quanto è umano anche il Signore, Gesù. Ci fa comprendere che tutti nella nostra vita dobbiamo fare silenzio. Questa domenica immaginiamo di stare in un deserto. La prima sensazione sarebbe quella di trovarci avvolti da un grande silenzio: niente rumori, a parte il vento e il nostro respiro. Ecco, il deserto è il luogo del distacco dal frastuono che ci circonda. È assenza di parole per fare spazio a un’altra Parola, la Parola di Dio, che come brezza leggera ci accarezza il cuore. Ecco allora che il deserto è luogo di vita, non di morte, perché dialogare nel silenzio col Signore ci ridona vita. Nel deserto si apre la strada che ci porta dalla morte alla vita. Entriamo nel deserto con Gesù, ne usciremo assaporando la Pasqua, la potenza dell’amore di Dio che rinnova la vita.
fra Roberto Benvenuto:
Il luogo ove siamo condotti in questa prima domenica di Quaresima è il deserto, luogo che ci mette tutti di fronte a noi stessi e di fronte a Dio, senza scappatoie. La prima cosa che colpisce la nostra attenzione è che Gesù viene sospinto dalla potenza dello Spirito nel deserto, non ci va per scelta, se non per totale obbedienza al Padre. Ed è su questa obbedienza che si gioca la sua lotta con Satana, il cui progetto è anche per noi sempre quello di allontanarci dal Signore, rifiutarlo, metterci al suo posto. Specialmente durante le prove della vita. Discendere nel deserto è anche per noi, come per Gesù, lasciare sicurezze, amici, e andare dentro di noi, scavare nelle nostre fragilità, lasciar emergere ogni limite e chiederci chi è per noi il Signore, che posto abita nella nostra vita. E nell’immagine straordinaria di Gesù servito dagli angeli e in pace tra le fiere intravediamo la grandezza dell’amore, che ci viene dal Signore, quando lo poniamo al centro di tutta la nostra vita, un amore così profondo da farci pregustare la gioia del paradiso. E se la strada per vivere questo amore è costellata da tentazioni di girare le spalle, di non credere più, di annullarsi nella indifferenza, ecco le armi per lottare che ci dona la Quaresima: preghiera, digiuno, carità!
don Marco Zaina:
L’immagine di Gesù nel deserto, tentato dal diavolo, può esserci utile per comprendere da dove nascono anche i nostri peccati.
Il deserto, immaginandolo con molta semplicità, è il luogo del nulla, dove può essere facile perdersi, se non si è degli esperti. E’ anche il luogo di miraggi, di illusioni, che con la loro forza disorientano ancor di più, peggiorando le cose. Forse è anche il luogo dove ci possiamo sentire liberi: nessun ostacolo, nessuna imposizione, si può andare dove si vuole senza dover chiedere il permesso a nessuno.
Ebbene: anche noi ci troviamo nel deserto ogni tanto. Può essere il deserto della comunicazione, dove le parole sono i granelli di sabbia e su quella sabbia si formano i miraggi, le illusioni della vita facile, del potere economico, del “quanto più possiedi, tanto più sei una persona importante”.
Può essere il deserto delle relazioni, dove stavolta i granelli di sabbia sono le persone che incontriamo e i miraggi, le illusioni sono quel volere che l’altro sia come lo desidero e non accettarlo così com’è; o pensare che una relazione vera può accontentarsi della superficialità, di ciò che appare e di conseguenza di ciò che fa più comodo o piace di più.
Potrebbe essere il deserto della libertà, quando pensiamo di essere assolutamente liberi e in realtà non facciamo altro che rendere schiavi gli altri.
Bastano questi tre deserti a capire le tentazioni che incontriamo quando prendiamo una strada sbagliata e non siamo esperti.
Vale la pena chiedere a Dio, all’esperto del deserto, di aiutarci a conoscere le Sue vie, i Suoi sentieri, che non sono quelli dei nostri deserti. E se ci dovesse capitare di attraversarne uno, allora chiniamo il capo (umiltà) per non lasciarci illudere dai miraggi, e teniamo ben stretta la mano di Dio, lasciandoci guidare da Lui.