don Giovanni De Rosa:
In questa domenica c’è tutto e ci possiamo ritrovare. In quanto i discepoli passano dalla gioia più profonda – avendo visto osannare il loro Maestro – alla disperazione più cupa, quando tutto è finito con la morte in Croce di Gesù. In questa liturgia sembra che veramente ci siamo tutti. Perché anche noi nella nostra vita passiamo da momenti di grande gioia. Momenti in cui ci sentiamo di stare bene, accettati per come siamo, stimati e amati. Vorremmo che questi istanti si fermassero, trattenerli, congelarli e non lasciarli finire mai. Ma poi, tutto cambia. Ci sono dei periodi in cui piangiamo i nostri cari, ci ammaliamo seriamente, viviamo dei periodi “neri”. Quello che i discepoli non sanno è che il momento dell’Osanna non porterà loro la salvezza, e non sanno neppure che le loro lacrime e la loro disperazione porteranno più frutto di quanto possano aver mai immaginato. Anche nelle nostre vite ci sono i momenti bui che, se riusciamo a vincerli, ci fanno crescere. Anche noi siamo chiamati ad attraversare i nostri momenti difficili con l’aiuto del Signore, ecco la nostra forza, ma non solo anche con la compagnia dei discepoli e di Maria, perché loro conoscono il nostro stato d’animo: questo, “credetemi” ci porterà alla vera e definitiva gioia. Gesù ha già sofferto tutto per noi. In questa settimana teniamogli compagnia, lasciamo a Lui ogni nostro dolore, ogni tristezza, ogni nostra preoccupazione. Egli solo ci condurrà non a un fugace Osanna ma alla felicità Vera. Buona Settimana Santa.
don Marco Zaina:
E’ ormai prossima la Pasqua. Già intravediamo l’alba di quel giorno in cui tra gioia e sgomento, tra timore e coraggio risuona l’annuncio “E’ risorto!!!”. Un annuncio che fa dimenticare la sofferenza del tradimento, della solitudine, dell’ingiustizia, del peso della croce, della salita al Calvario, della morte.
Perché quella Risurrezione è un invito a guardare avanti con speranza.
E’ molto bella, in tal senso, la prima lettura di questa domenica; già la prima frase merita attenzione:
“Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato”
Chi è lo sfiduciato? Colui che ha perso la fiducia, che non crede più in niente e nessuno, che non ce la fa più, che è avvilito, scoraggiato. Viviamo in un tempo dove questa sfiducia spesso si cela dietro una maschera (una mascherina?), ed è difficile riuscire a trovare parole che possano aiutare a recuperare quel che si è perso; a ritrovare la gioia di vivere.
Ma c’è Qualcuno su cui poter contare: Dio. Da bravi suoi discepoli, impariamo le parole giuste da indirizzare allo sfiduciato.
La settimana santa ci aiuti ad essere vicini allo “sfiduciato” come discepoli del Signore, percorrendo insieme la sua stessa strada, quella che passa anche attraverso la sofferenza, l’avvilimento, lo scoraggiamento, per poi alla fine ritrovare la gioia della vita, guardare avanti con speranza e dire: “Siamo Risorti!”